Negli studi biblici, l'ipotesi supplementare propone che il Pentateuco (i primi 5 libri della Bibbia) derivava da una serie di aggiunte ad un lavoro pre esistente.[1] Si tratta di una revisione della precedente ipotesi documentale, la quale proponeva che il Pentateuco fosse una combinazione di narrazioni indipendenti rielaborate da un redattore.
L'ipotesi supplementare è stata sviluppata nel corso del XIX e XX secolo, principalmente derivando da un'insoddisfazione per l'inadeguatezza dell'ipotesi documentaria, e si è conclusa negli anni 1970 con la pubblicazione di opere di John Van Seters, Rolf Rendtorff e Hans Heinrich Schmid. Nel loro libro An Introduction to the Bible, Kugler e Hartin sostengono che "il lavoro di John Van Seters riflette al meglio la ripresa dell'ipotesi supplementare".[2]
In sintesi l'ipotesi di Van Seters accetta "tre fonti o strati letterari all'interno del Pentateuco", che sono diventati noti come Jahvista (J), scrittore sacerdotale (P), e deuteronomista (D). Van Seters mise le fonti in ordine cronologico come DJP.[3]
Van Seters, invece, rifiuta l'esistenza della fonte eloista (E) come documento unico e indipendente, considerandola invece un insieme frammentario di vari racconti scritti e tradizioni orali non collegati tra loro.[4]
Sebbene questa non sia l'unica revisione dell'ipotesi documentale, è una delle più serie sulla formazione del Pentateuco ed è stata sostenuta da diversi studiosi.[5]